Campagna condotta dalle armate russe sul finire della seconda guerra mondiale.
Fu diretta contro lo Stato fantoccio Manchukuo creato dai Giapponesi dopo
l'invasione della Manciuria e a capo del quale era stato posto l'ultimo erede
della dinastia Manciù Pu-Yi, proclamato imperatore nel 1934. Le
operazioni di guerra iniziarono il 9 agosto 1945 su tre direttive: una armata,
comandata dal maresciallo Malinovsky, muovendosi dalla Mongolia Esterna e
spostandosi lungo la ferrovia Tsitsihar-Harbin, si diresse su Harbin stessa e su
Ch'ang-eh'un; una seconda armata, al comando del generale Purkaev, muovendo
dalla regione di Chabarovsk, si diresse su Harbin lungo l'Amur e il Sungari; una
terza armata infine, al comando del generale Meretzkov, iniziò un'azione
diversiva partendo da Vladivostok e muovendo su Hsing-king. Le armate russe,
forti di un milione di uomini, ottennero facili vittorie sul contingente
giapponese di 750.000 uomini la cui organizzazione era stata fortemente minata
dalle gravi sconfitte nel Pacifico. Le operazioni terminarono con la resa
dell'intero corpo di spedizione giapponese presentata il 20 agosto al generale
Purkaev. Dopo faticosi negoziati l'Unione Sovietica affidò
l'amministrazione della Manciuria alle truppe dell'esercito popolare cinese
occupando però Port Arthur e Dairen. La consegna della Manciuria avvenne
nel 1946 ma solo alla fine del 1947 le truppe dell'esercito popolare ebbero
ragione delle truppe nazionaliste che avevano occupato il territorio.